Domande frequenti
I fondi e le obbligazioni con tassazione agevolata vengono correttamente tassati al 12.5%.
I fondi misti XEON e LEONIA vengono correttamente tassati in base al rapporto tra obbligazioni di obbligazioni statali e societarie.
Contattaci se il tuo ETF (esclusi XEON e LEONIA) contiene obbligazioni statali e non è incluso nella lista dei nostri strumenti supportati.
Il conto deposito titoli all’estero (Codice 20) è la denominazione formale del conto titoli estero, non si tratta di un conto deposito.
Purtroppo i codici prodotto dell'Agenzia delle Entrate sono confusi, vaghi e sovrapposti. Abbiamo pertanto deciso di suddividere comunque gli investimenti per gruppo omogeneo per facilitarti i controlli (l'accorpamento è opzionale a discrezione del contribuente) ma usiamo sempre il codice 20 che è quello per il deposito titoli.
Nonostante i codici corretti siano 1 per i depositi esteri in euro e 5 per i depositi esteri in valuta estera, indicando questi codici si è automaticamente soggetti all'IVAFE come per i conti correnti perché l'Agenzia delle Entrate suppone che siano dei conti correnti bancari.
Invece per i depositi infruttiferi indichiamo il codice 14 barrando il "solo monitoraggio" in modo da non pagare IVAFE, secondo quanto suggerito dall'Agenzia delle Entrate nella Risoluzione 56/E del 2020.
Per i depositi che nel corso dell'anno hanno fruttato un interesse anche questi sarebbero esclusi dall'IVAFE in quanto non prodotti finanziari "gli strumenti finanziari e ogni altra forma di investimento di natura finanziaria; non costituiscono prodotti finanziari i depositi bancari o postali non rappresentati da strumenti finanziari" (Testo Unico della Finanza, art. 1).
Tuttavia in via prudenziale facciamo pagare IVAFE come un conto deposito per evitare un contenzioso con l'Agenzia per una cifra piccola.
Per generare il quadro W relativo alla liquidità consideriamo per ogni valuta la liquidità di ogni giorno, convertita in euro al cambio medio mensile come prevede la legge.
Dopodiché consideriamo un investimento come il periodo dal primo gennaio fino alla prima variazione di liquidità (versamento, prelievo, acquisto di asset, vendita di asset,dividendi o cedole), poi dalla prima variazione alla seconda e così via.
Per ogni periodo calcoliamo:
- Valore iniziale: il valore all'inizio del periodo
- Valore finale: il valore alla fine del periodo (coincide con l'iniziale)
- Giorni IVAFE: i giorni tra le due date
Successivamente, per evitare di avere tantissimi righi sul quadro W facciamo come suggeriscono le istruzioni: sommiamo i valori iniziali, sommiamo i valori finali e calcoliamo i giorni IVAFE come media pesata dei giorni IVAFE dei singoli periodi usando i valori finali come pesi.
Questo è il motivo per cui potresti trovare, se hai movimentato spesso la liquidità, dei valori iniziali e finali molto grossi, ma valore in giorni IVAFE molto piccolo.
L'imposta IVAFE è calcolata moltiplicando il valore finale per l'aliquota corrente 0,002 per i giorni IVAFE e dividendo per 365.
Questo è dovuto al metodo di accorpamento suggerito dall'Agenzia delle Entrate nelle istruzioni.
Ogni volta che l'investimento, in questo caso la liquidità, varia, noi chiudiamo l'investimento e ne apriamo un altro. Tutti questi valori vanno sommati come valori iniziali e valori finali, mentre per i giorni ivafe si calcola la media pesata dei giorni dei vari periodi.
Pertanto, se la tua liquidità è movimentata spesso, avrai tantissimi addendi di quella somma e una media molto bassa di giorni ivafe.
L'alternativa più chiara sarebbe considerarlo un conto corrente e indicare 365 come giorni ivafe e la giacenza media come valore finale, ma questo non è decisamente un conto corrente.
I valori decimali vengono arrotondati all’unità più vicina, in quanto la piattaforma digitale dell' AdE non supporta numeri decimali. Nel caso l’imposta dovuta sia compresa tra 0 e 1, il valore viene arrotondato a 1.
I dividendi di aziende con sede legale in Italia non vanno indicati né tassati in quanto già assoggetati ad imposta del 26%.
I dividendi di aziende con sede legale all'estero subiscono la tassazione del paese estero. Dopodiché il dividendo va inserito nel quadro RM-M al lordo della tassazione già subita (come stabilito dalle istruzioni per il modello redditiPF, quadro RM-M, sezione V "nella colonna 3, l’ammontare del reddito, al lordo di eventuali ritenute subìte nello Stato estero in cui il reddito è stato prodotto;") e tassato ulteriormente al 26%. Notare che la legge DPR 29 settembre 1973 600 art. 27 comma 4-bis prevede che invece vengano tassati sul netto di imposte subite all'estero ma quell'articolo parla solo di imposte per cui è intervenuto un intermediario italiano. Questa disposizione ingiusta è sottolineata dalla risposta a interpello 111 del 21 aprile 2020 pagina 7.
Il sistema non prevede il rimborso dal fisco estero delle imposte pagate oltre le convenzioni con stati esteri, per le quali il contribuente deve presentare istanza ad ogni differente fisco estero, né il ricorso contro l'Agenzia delle Entrate per ottenere eventuali crediti di imposta.
La plusvalenza realizzata con ETF viene dichiarata nel quadro RM-M. Le commissioni o la minusvalenza, invece, vengono dichiarate nel quadro RT-T.
Gli ETF e i fondi non armonizzati vengono considerati dal software ma dichiarati nel quadro RM-M, in quanto non esiste un database di fondi non armonizzati accessibile.
Prestare pertanto molta attenzione ai fondi e ETF acquistati. Intermediari autorizzati in Italia non possono offrire ad investitori non professionali fondi e ETF non armonizzati, ma c'è sempre il rischio che si siano sbagliati o che tu sia classificato come investitore professionale o come non residente fiscalmente in Italia, oppure che tu abbia ottenuto un ETF non armonizzato in seguito all'esercizio di un'opzione.
E' compito dell'utente accertarsi di non avere fondi ed ETF non armonizzati.
Le istruzioni dicono chiaramente che per gli etf/fondi nel quadro RM-M che abbiano sede in Italia o Lussemburgo non va indicato il paese, in quanto è sufficiente il codice identificativo [L].
Questo originariamente si applicava solo ai vecchissimi fondi lussemburghesi storici, ma le istruzioni non specificano di non applicarlo anche ai moderni ETF e pertanto lo applichiamo.
Nel caso siano riconducibili a operazioni specifiche vengono considerati all’interno dei costi, a diminuzione dell’imponibile. Nel caso siano invece costi mensili non precisati non vengono conteggiati nei costi.
Le dichiarazioni che hai acquistato saranno sempre disponibili nel Menu > Archivio ordini.